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Cataldantonio Mannarini, nel poema Glorie di guerrieri ed amanti, narra le imprese tarantine contro i Turchi. Nel 1594, il rinnegato cristiano Sinan Bassà Cicala con un centinaio di navi si presentò nelle acque di Taranto. I corsari assalirono l’abbazia di santa Maria della Giustizia e fecero, poi, vela verso capo san Vito; ma i tarantini non si persero d’animo e, al comando del marchese del Vasto d’Avalos, compirono gloriose imprese sconfiggendo la flotta nemica.

Nel raccontarci questo episodio, il Mannarini si sofferma anche sulle ansie e sulle angosce di una donna prossima a diventare madre la quale, venuta a conoscenza dell’arrivo dei Turchi, piange la sorte del suo bimbo.

 

lamadre

 

A me sarà la vita aspra sciagura
pene senza mai fin, priva d'oblio.
Ma (doglia troppo al cuor gravosa e dura)
che fia di quel ch'è al ventre mio?
Morrà forse qui dentro o uscito infido
del ciel, schiavo n'andrà per altro lido?

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