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Dal Ministro della Transizione Ecologica del cosiddetto Governo del cambiamento ci saremmo aspettati una netta linea di discontinuità rispetto al passato. Le sue recenti dichiarazioni sull’ex-Ilva di Taranto, “transizione vuol dire garantire un compromesso tra ambiente e sostenibilità sociale. Io domani non mi sveglio e cambio le tecnologie di un’impresa”, oltre che anacronistiche offendono la comunità tarantina e i lavoratori dello stabilimento siderurgico.
L’unica strada percorribile per garantire un futuro “green” a quello stabilimento per questa amministrazione comunale, è bene sottolinearlo, è quella tracciata dal sindaco Rinaldo Melucci che al governo ha proposto, a più riprese, un accordo di programma che guidi la riconversione ecologica dello stabilimento e rappresenti il punto di partenza per segnare la svolta che la città di Taranto attende da troppo tempo. Un accordo di programma che veda coinvolti gli enti locali e le parti sociali. Non si può prescindere dalla riconversione tecnologica dei vetusti impianti dell’ex Ilva e non si può prescindere dalla chiusura dell’area a caldo. E il governo centrale che ha istituito un ministero ad hoc non può non farsi carico di questa transizione ecologica.

Paolo Castronovi
Assessore all’Ambiente del Comune di Taranto

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