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Una scarna email serale per annunciare che il tavolo del CIS, che attendevamo dalla scorsa estate e che avrebbe dovuto affiancare il Consiglio dei Ministri monotematico su Taranto - con tanto di appello del Premier ad ogni collega di Governo a fornire un contributo specifico - è stato rinviato una seconda volta. Non abbiamo ricevuto né una motivazione, né una nuova data.

E siamo ormai a tre settimane dalla coraggiosa visita a Taranto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella Vigilia di Natale. Gli impegni che abbiamo sentito intorno al futuro dello stabilimento siderurgico e al cosiddetto “Cantiere Taranto” sono complessi da costruire, ne siamo consapevoli e continuiamo a garantire il nostro supporto al Governo.

Ma oggi non possiamo non dirci esterrefatti per i giorni che passano senza progressi tangibili del negoziato con ArcelorMittal, senza che si conoscano finalmente le coperture finanziarie per le proposte di riconversione e rilancio sul tavolo dei singoli dicasteri, senza un coinvolgimento attivo degli enti locali e delle parti sociali ioniche, senza che si sia formalmente accolta l’ipotesi di un grande accordo di programma, senza che ci si interroghi a Roma sul reale stato degli impianti dell’ex Ilva e dunque sulla condizione di migliaia di lavoratori.

I piani trapelati ad oggi, veri o presunti che siano, sono poco convincenti, non sembrano garantire quella concreta virata indicata dall’Unione Europea e possibile nel quadro dei nuovi incentivi approvati a Bruxelles. Taranto vuole conoscere al più presto il proprio destino e concorrere a questa transizione, una città intera merita di non essere presa ancora in giro o di ricevere misure palliative, i cittadini ionici, specie i più giovani, chiedono di sapere con quale tipo di industria e con quali interlocutori si daranno risposte a questa crisi.

E, per intesi, la questione tecnica relativa alla tenuta, al futuro revamping, ad una conduzione adeguata della fabbrica e all’impatto atteso sull’ambiente oggi non è più subordinabile all’equilibrio economico o alla soddisfazione di banche e investitori privati.

Questo silenzio, questo calo dell’attenzione, questa confusione sul CIS, questo far finta che tutto si risolverà banalmente in un accordo a porte chiuse, magari con obiettivi al ribasso per tutte le parti, rappresentano un grave errore del Governo, l’ennesimo sfregio alla dignità ed alle aspirazioni dei tarantini.

Il Governo non aspetti il prossimo incidente o il prossimo sciopero, non è detto che la corda prima o poi non si spezzi.

Il sindaco
Rinaldo Melucci

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