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Non ci sono accelerazioni o decisioni ulteriori, rispetto al tema del “Comparto 32”. Lo precisa l’amministrazione Melucci, ricordando come quel provvedimento non sia più oggetto di discussione da mesi.

Vi sono almeno due azioni a conforto di questa determinazione, rintracciabili in altrettanti atti amministrativi licenziati dall’esecutivo cittadino: l’avvio dell’iter di redazione del nuovo “Piano Urbanistico Generale” e la definizione del nuovo “Documento Strategico del Commercio”. In entrambi i casi, nell'area denominata “Comparto 32” non è prevista la realizzazione né di grandi strutture, né di medie.

«Capiamo le difficoltà degli operatori – le parole del sindaco Rinaldo Melucci – ma non capiamo perché, di fronte ad atti amministrativi certi, inseguano le sirene di chi vuole destabilizzare una città già ferita. Serve serietà nel confronto, e noi non vi abbiamo mai derogato per interessi di natura politica, perché siamo sintonizzati sulle esigenze del settore e, di conseguenza, abbiamo previsto l’impossibilità di dare via libera a progetti che impattino ulteriormente sul delicato equilibrio del commercio. La crisi non la vive solo Taranto, dev’essere chiaro a tutti, e l’amministrazione non può ignorare le proposte imprenditoriali che vedono nella nostra città un luogo appetibile per gli investimenti; può governarle, in ogni caso, chiedendo al tessuto economico di essere parte attiva, mettendo da parte ove possibile gli interessi particolari».

La definizione del “Documento Strategico del Commercio”, peraltro, ha scontato un’impegnativa ed esaltante fase di partecipazione, culminata nella bozza che sarà portata in Consiglio Comunale per l’approvazione. «Abbiamo intenzione di mantenere alta l’intensità di questo confronto – ha aggiunto l’assessore a Sport, Turismo e Sviluppo Economico Gianni Azzaro – tant’è che si stanno susseguendo diversi incontri con le organizzazioni di categoria, per consolidare e qualificare la collaborazione. Ma dobbiamo mettere da parte ogni tipo di preconcetto, dobbiamo mettere da parte lo scontro, se vogliamo superare questa fase. Vi è un dato locale legato alle difficoltà del modello economico cittadino, troppo schiacciato sulle vicende dell’ex Ilva, ma non dobbiamo dimenticare che vi sono anche questioni di natura macroeconomica sulle quali possiamo incidere relativamente: se non saremo seri e rispettosi delle reciproche prerogative, non potremo farcela».

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